La ricamatrice di Winchester: cosa legge la libraia

<<Bello?>> Fa lui.
<<Molto>>, fa lei, continuando a leggere.
<<Di cosa parla?>>
<<Di ricamo e di arte campanaria>>, risponde lei sbrigativa per non smettere di leggere, in verità perché questo libro è molto di più.
Molto di più perché ritornare a leggere Tracy Chevalier dopo vent’anni – come ci ricorda la fascetta – fa un certo effetto. Molto di più perché La ricamatrice di Winchester è una storia di donne, per le donne, ispirata da una donna reale, Louisa Pesel e dalla sua arte. Ambientato negli Trenta, racconta una storia di coraggio e indipendenza, della fatica di sopravvivere alla coda lunga della guerra che ha toccato ognuno dei personaggi condizionandone per sempre la vita, si snoda dolce amaro in un’epoca in cui abbondano convenzioni e pregiudizi e quando essere donna tracciava strade a senso unico.
Toccherebbe riprendere La ragazza con l’orecchino di perla, pensa la libraia, mentre termina la lettura. Toccherebbe rileggere quelle pagine che l’avevano fatta emozionare. Per ora sa che si legge con piacere La ricamatrice. Che la natura vive potente accanto agli interni di vita quotidiana. Le pagine rapiscono, ti avvolgono. I personaggi spiccano decisi, come le trame dei cuscini che sono un gesto di ribellione e di amore insieme. Come i colori vivaci che riscaldano le pietre.
Come si possa conciliare la leggerezza del ricamo con la solidità delle campane, è arte che riesce a pochi. Come si possano descrivere interni, situazioni, suggestioni dipingendole sulla carta come su un canovaccio, è il talento unico della Chevalier.
È cambiata lei. Siamo cambiati noi. Restano intatte la ricerca di bellezza e di umanità.
Basta un filo per cambiare la trama. Basta un incontro, un libro, un sì, a volte, per cambiare la vita.
Buona lettura.

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