Fiera libro Bologna: la libraia racconta

Il problema profondo è che la libraia ha un’età. E visto che ha superato gli anta quando gira, e viaggia, e vede cose il giorno dopo ci mette un po’ a tornare in forma e fa fatica a raccogliere i pensieri e a tradurli in parole. Arriva in libreria con le migliori intenzioni ma non sempre può mettersi a scrivere subito, c’è già qualcuno ad aspettarti, la posta si è accumulata sulla scrivania, la locandina va stampata e messa in vetrina. E la scatola di libri arrivati ieri va sistemata, magari c’è anche un laboratorio e si arriva all’ora di pranzo quando si chiude e si potrebbe scrivere ma la fame incalza e non si riesce a pensare. Però le persone aspettano e lei lo sa. Vogliono sapere come è andata ieri, cosa ha fatto, cosa ha visto e allora e allora la libraria prende il suo taccuino ed esce, e mentre mangia scrive. Oggi di cose da raccontare ce ne sono tante. Le diciotto ore di ieri, il treno alle sei e trenta, l’arrivo in fiera. Il giro tra gli stand a riempirsi gli occhi di novità. Il primo libro sfogliato – La bambina dei libri, (di Oliver Jeffers e Sam Winston vincitore del Bologna Ragazzi Award, Lapis Edizioni) – e subito preso per il piccolo grande uomo di casa. Poi entri e vaghi. E giri e guardi. E assecondi lo sguardo, perché per le fiere ci vorrebbero due giorni, uno solo per guardare e uno per tornare, approfondire, sfogliare. Ma ogni volta fai i conti e dici che lo farai il prossimo anno. Cammini per la fiera, sfogli i titoli nuovi e quelli che non conosci, raccogli i cataloghi, passi a visitare le case editrici note e quelle che osservi da un po’. Saluti i fornitori dei giochi, prendi contatti con un’azienda tedesca per gli scaffali. Cammini e cammini che i padiglioni sono infiniti, fotografi e prendi appunti, ragioni su quello che hai è quello che manca. Le buste sono sempre più piene. Qualcuno ti regala una sacca in tessuto e ringrazi. Il tempo di un caffè e cammini ancora tra gli stand stranieri. Quest’anno sembrava un’esplosione d’Oriente. Poi ritorni ai padiglioni italiani e un titolo per young adult ti attira, lo sfogli e capisci che ti ha già conquistato, te lo regali per il viaggio di ritorno. Continui a girare e ti fermi dieci minuti per pranzo.  Accade così che inciampi in un convegno, che le parole ti attraggano e ti fermi ad ascoltarli. Si parla di lettura, classici, scuole e scrittori, sono i piccoli maestri, le prof col taccuino: un mondo che cercavi. Ti presenti, si avvicina anche un editore. Lasci un biglietto da visita e già te li immagini in libreria queste parole, questi racconti, questa passione viva. Riparti, un occhio all’orologio e ti sposti per un incontro con altre librai per bambini. Da nord a sud condividono un sogno w un progetto, ragionano di nuovi fornitori e nuovi eventi. Intanto a Roma la libreria cammina. Francesca ti scrive su whats app: ma quel libro è arrivato? c’è ancora posto per il lab di domani? Per un attimo sei lì ma senza fatica ti lasci riavvolgere dalla magia della fiera.  Sono quasi le cinque, ti avvii in stazione. Le borse sono sempre più cariche, gli appunti sempre più lunghi e i pensieri attivi. Sali sul treno e inizi a leggere e in un attimo sei a casa, il libro è finito, e realizzi che leggere in treno è il tuo vero lusso di oggi. Quel momento che ti godevi all’università, come vorresti fare ancora e non puoi. Tocca passare una notte a bologna, tocca starci di più, il prossimo anno, magari. Torni e si sono i premi strega da leggere, i finalisti andersen, i vincitori. Torni e già programmi maggio e giugno tra attività all’aperto e nuovi corsi in libreria. Torni e sei di nuovo in partenza. Torni e c’è già oggi da raccontare. Nel prossimo post.

Presentazione libro Il Malacologo

Martedì sera, alle 19.30, ospiteremo la presentazione de #Ilmalacologo, scritto da Lorenza Raponi e pubblicato da Rubettino. Abbiamo conosciuto Lorenza

In tour.

“Da quando faccio formazione, nessuno mai ha definito così bene un opposto” “Grazie a te che dedichi la vita, come

Nero su La Repubblica di oggi

Ci siamo svegliati così, stamattina. Un messaggio e la sorpresa di un’uscita sul giornale. La copertina del “nostro” nuovo titolo